Le sindromi dello stretto toracico superiore (thoracic outlet syndrome, TOS) sono un gruppo di disturbi causati dalla pressione sui nervi, sulle arterie o le grandi vene che passano attraverso il collo e il torace.
Il complesso nervoso in questione è il plesso brachiale, costituito dalle radici nervose derivanti dai metameri C5-C6-C7-C8-D1. Questi emergono dalla colonna cervicale attraversando il forame di coniugazione e si anastomizzano dando forma ai tronchi e corde primarie, nello spazio compreso tra la colonna cervicale e la clavicola e alle corde secondarie tra la clavicola e l’ascella.
Invece i vasi che generano la sintomatologia di questa sindrome sono i succlavi (arteria e vena succlavia). Questi nascono dal tronco anonimo a destra e direttamente dall’aorta ascendente a sinistra dirigendosi all’ascella.
Se si verificano condizioni di compressione e/o trazione su dette strutture si crea un momento critico rappresentato da sintomi caratteristici.
La dinamica del passaggio di queste componenti vascolari e nervose, può essere alterata da situazioni congenite come fibrose-tendinee-muscolari o scheletriche, oppure condizioni acquisite come la deformità in esito di fratture, neoplasie, aneurismi.
I principali passaggi osteo-fibroso-muscolare che presentano i rami del plesso brachiale i vasi succlavi sono:
Il passaggio intercostoscalenico: costituito dal trigono degli scaleni, spazio triangolare definito dallo scaleno anteriore e medio e dalla prima costa. Questo contiene i tronchi primari del plesso brachiale e l’arteria succlavia.
Passaggio costo claveare: è delimitato dalla clavicola, dal muscolo succlavio e dalla prima costa.
Passaggio coraco pettorale o ascellare: è di forma piramidale. Percorre tutta la porzione posteriore del muscolo piccolo pettorale dove il fascio vascolo nervoso scivola per penetrare nel canale brachiale.
Quali sono i sintomi che si presentano in caso di sindrome dello stretto toracico superiore?
È fondamentale distinguere una componente neurologica, una componete neurovegetativa e una componente vascolare.
La sintomatologia algica compare durante determinati movimenti o posture ben precise.
- Il dolore è accompagnato da parestesie, alterazioni della sensibilità tattile e termica, pallore, cianosi, disidrosi. Inoltre viene riferita facile stancabilità dell’arto e stanchezza, con sensazione di cedimento dell’arto durante l’abduzione. Il dolore si irradia alla spalla, al petto, alla regione interscapolare nonché al braccio e alla mano.
La sintomatologia vascolare può essere arteriosa, venosa e mista.
- Pallore, cianosi, pesantezza dell’arto possono rappresentare un evento vascolare pur tuttavia con segni aspecifici.
Sono considerati “sintomi di accompagnamento” la cefalea, disturbi dell’udito e dell’equilibrio e nausea, disturbi del sonno.
Possibili cause della TOS
A determinare la compressione dei vasi sanguigni o dei nervi dello stretto toracico possono intervenire esserci tre variabili principali:
Variazioni individuali:
- Età (soggetti tra i 30 e 40 anni)
- sesso: tipicamente femminile
- Posture alterate
- Attività ripetitive: attività lavorative e sportive che richiedono lo stesso movimento tante volte al giorno
- Eccesso peso corporeo
- Gravidanza
Variazioni anatomiche:
- Scaleni
- Prima costa
- Muscolo succlavio
- Apparato legamentoso
Malformazioni congenite:
- agenesia della prima costa
- legamenti fibrosi anomali
Trattamento osteopatico
Il trattamento osteopatico deve prevedere il processo di valutazione, per distinguere il tipo di compressione in atto e di conseguenza capire quali sono le strutture maggiormente compromesse nella sindrome.
Per effettuare ciò è fondamentale effettuare una attenta anamnesi clinica e sintomatologica, ed una corretta diagnosi differenziale per comprendere al meglio la possibilità di intervento da parte dell’osteopata.
La diagnosi differenziale sarà fondamentale per escludere:
- malattie neurologiche maggiori
- patologie cervicali canalari (ernia discale, discopatia, instabilità, etc)
- patologia meccanica del cingolo scapolo omerale (sindrome da conflitto della spalla, lesioni della cuffia dei rotatori, etc)
- patologie oncologiche del polmone e della mammella
- patologie vascolari maggiori (malformazioni, fistole, aneurismi, trombosi, etc.)
Inoltre l’osteopata valuterà l’intero aspetto posturale del paziente per verificare la presenza di disfunzioni in distretti anche lontani dallo stretto toracico, ma che potrebbero comunque influenzare le sue dinamiche.
In questo modo l’osteopata identifica la causa alla base del disturbo ed
attraverso il trattamento osteopatico, agisce sulle disfunzioni bio-meccaniche che l’hanno generata.
Al termine del trattamento, l’osteopata seleziona e condivide con il paziente una serie di consigli pratici, da eseguire in autonomia, al fine gestire e prevenire la sindrome dello stretto toracico superiore