Che cos’è il così detto mal di schiena?

La Lombalgìa (“algia” dolore) o mal di schiena è ogni dolore che ha come punto d’insorgenza la regione lombare ed è determinato da diverse cause.

Una classificazione di base consiste nel suddividerle in lombalgie di origine vertebrale e di origine non vertebrale.

La maggior parte delle lombalgie è alla base di cause specifiche (circa l’85%), mentre la restante sarebbe riconducibile a cause non specifiche dovute principalmente a movimenti e posture poco corrette, sedentarietà, stress fisico e psicologico.

Possiamo classificare le lombalgie in : 

  • acute o sub-acute 
  • croniche

Le lombalgie acute hanno una durata che va da pochi giorni a poche settimane e sono spesso di origine meccanica. Queste riguardano tessuti muscolari, legamentosi, discali e quindi di tipo non vertebrali.

La presenza di dolore, in queste condizioni, genera una reazione di difesa portando un cambiamento posturale finalizzato a impedire movimenti e posizioni che lo possano evocare.

Quelle di origine vertebrale invece sono quelle in presenza di processi artrosici, ad erniazione del disco, ad alterazioni congenite, spondilolisi, spondilolistesi, sinostosi, ecc..

Le lombalgie acute, possono avere un percorso evolutivo che le porterà a diventare lombalgie croniche. Esistono infatti fattori secondari, fisici, psichici e sociali, che possono favorire tale sviluppo, come ad esempio una scorretta gestione del corpo e della postura, la mancanza di attività fisica, eccesso di peso, una ridotta mobilità articolare, stress e depressione.

Se in fase acuta i sintomi non vengono colti, la capacità del corpo di compensare e reagire diminuisce, così le risorse dell’organismo, per fronteggiare una situazione non ottimale si esauriscono, lasciando spazio ad una fase cronica che può durare oltre i 3 mesi.

A differenza del dolore acuto che è un sintomo di altra natura, il dolore cronico, si presenta anche in assenza di infiammazione.

Poiché la natura di tale evento è multifattoriale, viene ritenuto sempre più valido un approccio multidisciplinare, che tenga conto dei numerosi fattori che possono portare all’insorgenza di questa algia.

Quindi il dolore lombare non può essere associato esclusivamente al danno tissutale, ma nasce dal vissuto della persona nella completa totalità del suo organismo.

Gli elementi fondamentali per la prevenzione e la gestione di tale condizione, si basano sul movimento e il mantenimento di una buona postura.

L’organismo infatti sta bene se può muoversi liberamente.

“La vita è movimento, il movimento è vita”

Andrew Taylor Still, fondatore dell’osteopatia, con queste parole, ha voluto sintetizzare tutti gli studi che lo avevano condotto a ritenere che, la valutazione del movimento fosse fondamentale per conoscere la qualità della vita.

L’approccio osteopatico:

È fondamentale ricordare che l’osteopata si prende cura della persona, non della patologia.

I diversi fattori che differenziano le persone (età, sesso, attività fisica, traumi fisici e psichici, abitudini quotidiane, ecc…) sono le basi che inducono l’organismo ad adottare delle strategie uniche per rispondere al meglio alle necessità quotidiane di quel singolo individuo.

La lombalgia, come ad esempio altri disturbi al quale può andare incontro una persona, può essere trattata con efficacia solo se si tiene conto di queste variabili, quindi sarà importante valutare ogni aspetto, fisico e non, considerando tutte le variabili che possono far insorgere la manifestazione del sintomo.

L’osteopatia è una medicina manuale incentrata fortemente sulla persona, per tale motivo non si avvale di protocolli o interventi standardizzati, ma attraverso un’accurata anamnesi ed una diagnosi osteopatica, ricerca nella persona quelle variabili anatomiche, funzionali e psicologiche che hanno generato uno squilibrio che si è tramutato come “lombalgia”, garantendo un trattamento specifico e irripetibile per quella persona in quel preciso momento.

Tra le diverse cause della lombalgia possono esserci problemi viscerali (intestino, vescica, utero,ovaie, reni, ecc.) che per via anatomica, si ripercuotono sulle strutture lombari, cicatrici addominali (da intervento chirurgico, cesareo, ecc.) che possono generare alterazioni del movimento di varie strutture anatomiche, oppure stati ansiosi che creano un’alterata funzione del diaframma toracico, il quale ha contatto diretto sulla zona lombare (pilastri del diaframma).

L’osteopatia ha un’importante azione preventiva: l’osteopata infatti può individuare quelle zone corporee che hanno una limitata mobilità e di conseguenza una ridotta funzione. Individuando precocemente queste “disfunzioni osteopatiche” si può prevenire un’eventuale evoluzione di forme croniche.

Il trattamento osteopatico in caso di lombalgia è indicato in tutte le età. Questo può risultare molto benefico anche durante la gravidanza e nel post-parto.

Dopo aver eseguito un’accurata anamnesi, l’osteopata basandosi sulle sue qualità palpatorie dei tessuti, esegue test ortopedici, neurologici ed osteopatici atti a valutare l’effettivo stato di tensione e mobilità delle varie strutture anatomiche. Ove necessario, l’osteopata potrà richiedere il ricorso a più approfondite valutazioni tipo RMN, TAC o il consulto di altri specialisti (Neurologi, Ortopedici, ecc).

In base alle specificità del paziente e al momento storico, l’osteopata sceglierà l’approccio e le tecniche più pertinenti per ottenere il miglior risultato possibile. Normalizzando le disfunzioni osteopatiche riscontrate, l’osteopata indurrà effetti significativi sulla lombalgia sia acuta che cronica, garantendo una migliore qualità di vita della persona.